Gelato Artigianale Festival di Agugliano, due associati in giuria

Gelato Artigianale Festival di Agugliano, due associati in giuria

Si è concluso da un paio di settimane il Gelato Artigianale Festival di Agugliano.

La simpatica manifestazione, giunta alla sua 12.ma tornata, quest’anno ha conferito la COPPA AGUGLIANO ai gelatieri: Yoshihiro Makino, Fabio Pellegrino, Gianfranco Viscito, e Veruska Cardellicchio.

Mentre la COPPA VARNELLI è andata a: José Leario, Roberto Picchio, e Vincenzo Lenci.

Un’edizione particolarmente internazionale, quella di quest’anno, con gelatieri stranieri che si sono cimentati nell’arte gelata testa a testa con nomi ben noti della nostra blasonata tradizione italiana.

Dal punto di vista dell’Associazione Oltre il Gusto, ciò è un fattore molto positivo perché testimonia il fatto che il gelato artigianale di tradizione italiana ha profondamente inciso su culture gastronomiche alquanto distanti dalla nostra, lasciando un importante segno raccolto anche da gelatieri locali che declinano la sapienza del fare gelato con ingredienti assolutamente diversi dai nostri, ma non meno efficaci nel definire il gelato che tanto amiamo.

Tuttavia, questo post non vuole parlare del Festival di Agugliano di per sé, dal punto di vista della notizia siamo oltre il tempo massimo, ma del senso che queste manifestazioni hanno e danno alla nostra professione.

A giudicare il lavoro dei gelatieri in gara, una giuria composta da cinque gelatieri ed un pasticcere, coordinata dal Presidente di Giuria Francesco Dioletta.

Tra i membri di giuria anche il Vicepresidente dell’Associazione Oltre il Gusto Renato Trabalza e il Socio Stefano Ferrara.

Abbiamo chiesto loro di descriverci questa esperienza vissuta in tale insolita veste. Infatti, come gelatieri, siamo presenti ai concorsi, il più delle volte, nel ruolo di giudicati piuttosto che di giudici.

-Renato, come hai vissuto questa esperienza?

-É stato divertente, certamente meno stressante che fare il concorrente.

-Quali sono state le linee guida che avete adottato per procedere alle valutazioni?

-Ci siamo ispirati a criteri di oggettività, concentrazione, coerenza, lucidità ma soprattutto grande rispetto per chi concorre. Senza pregiudizi o preconcetti di nessun genere.

Tra i giudici c’è stata sempre omogeneità nei giudizi e nei voti assegnati, le valutazioni hanno sempre avuto sottilissime differenze, elemento questo di non poca importanza e che testimonia la validità dei giudizi espressi.

-Stefano, cosa pensi di questo genere di manifestazioni?

-Personalmente penso che lo scopo dei festival non sia la gara di per sé, ma il confronto tra professionisti del gelato. Idee, visioni sul mondo del gelato e sul suo futuro, sono argomenti che inevitabilmente emergono lavorando gomito a gomito con tanti professionisti. Questa è, a mio parere, la ricchezza e lo scopo ultimo delle manifestazioni.

Vorrei aggiungere che, tra i tanti temi che attengono al “fare gelato”, ce n’è uno che mi sta particolarmente a cuore e che ritengo emergerà con forza nell’ambito della gelateria artigianale di elevata qualità, ovvero l’arte delle combinazioni aromatiche. La presenza di gelatieri provenienti da culture differenti dalla nostra non può che alzare l’asticella delle nostre conoscenze e della nostra fantasia su questo tema.

-Ritieni che il Gelato Artigianale Festival di Agugliano possa favorire la crescita professionale del nostro comparto?

-Senz’altro! Il Festival di Agugliano è una manifestazione che definirei “a misura di gelatiere” e questo non può che essere un fattore incentivante per incrementare le nostre competenze. A differenza di eventi molto più grossi, qui i gelatieri condividono ogni attimo della manifestazione, dal laboratorio alle premiazioni, e ciò favorisce lo scambio di quanto dicevo prima.

– Grazie, vi ringrazio per la vostra disponibilità e pazienza.

A conclusione, vorrei lasciarvi con una riflessione che si aggancia a quanto già detto.

Così come il gelato veicola un linguaggio universale quando lo si degusta, è altrettanto vero che lo fa anche quando lo “si fa”. Cambiano gli ingredienti, ma non la ricerca, la cura degli equilibri gustativi e il messaggio d’amore che troviamo sempre in fondo ad un cono.